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IL PALAZZO DI GIUSTIZIA

shadow IL PALAZZO DI GIUSTIZIA

NEI PRESSI DELL'HOTEL IL PALAZZO DI GIUSTIZIA

Nella Piazza della Repubblica, nel centro storico di Pisa, sorge il Palazzo di Giustizia
adesso sede dei Tribunali di Pisa e Pontedera


Storia

Il concorso per la costruzione del nuovo palazzo di Giustizia di Pisa, riservato ad ingegneri ed architetti, fu indetto nel luglio del 1935. Come area per la costruzione veniva indicato l'isolato compreso tra le vie Santa Bibbiana, Giuseppe Giusti, del Buschetto e della Pallacorda, limitrofo al teatro Verdi e occupato da "vecchie e malsane casupole" da demolire, lasciando isolata la chiesetta romanica di Sant'Andrea.

Tramite la costruzione del palazzo si pensava quindi di risolvere un problema edilizio ed igienico di notevole importanza, in contrasto tuttavia con i criteri espressi nel Piano Regolatore Generale vincitore del concorso nazionale dell'agosto 1929: lo sventramento previsto per la costruzione del palazzo di Giustizia, infatti, non essendo guidato "da nessun organico concetto urbanistico ed edilizio", avrebbe dato luogo ad "informi piazzali fiancheggiati da povere case" senza in alcun modo regolare la viabilit n stabilire proporzioni tra i vari volumi dei fabbricati[1].

Secondo il bando di concorso, il progetto "pur rispettando l'evoluzione artistica dell'attuale epoca storica", doveva ricollegarsi "alle nobili tradizioni della grande arte italiana e per quanto possibile avere il carattere ambientale storico-estetico della citt di Pisa e conservarne le caratteristiche"[2]. La commissione giudicatrice, nella quale rappresentante del Sindacato Architetti era l'arch. Foschini, dopo lo spoglio dei diversi progetti pervenuti - alcuni dei quali contenenti altre soluzioni urbanistiche - indisse una seconda gara tra i quattro progetti ritenuti migliori, presentati rispettivamente dall'architetto Gaetano Rapisardi, da Mario Paniconi e Giulio Pediconi, da Giuseppe Wittinch e da Maria Calandra.

Fu dichiarato vincitore il progetto di Gaetano Rapisardi, mentre il secondo premio ex aequo veniva assegnato agli architetti Paniconi e Pediconi e all'architetto Calandra.

Il progetto vincitore presentava una pianta irregolare articolata in due corpi di fabbrica sfalsati, ambedue dotati di cortile interno, con due lati del primo blocco leggermente incurvati e l'entrata principale tripartita e disposta asimmetricamente verso la chiesa di S. Andrea. L'alzato, previsto su tre piani fuori terra nei quali dovevano essere insediati rispettivamente la Pretura, il Tribunale Penale ed il Tribunale Civile, si serviva di materiali di notevole pregio, come il granito grigio nella zona basamentale, il porfido nelle loggette sull'ingresso ed il marmo di Vallestrona nel motivo a logge del secondo piano. Il progetto Paniconi e Pediconi prevedeva una pi semplice impostazione piantistica rettangolare, con un ampio cortile d'onore e un cortile secondario; l'entrata principale, anch'essa tripartita ed asimmetrica e rivolta verso la chiesa di S. Andrea, immetteva in una galleria coperta sulla quale si aprivano i successivi ingressi. L'alzato, qualificato da un grande pannello a bassorilievo nel settore sopra l'entrata, suggeriva due diversi rivestimenti per il piano terreno e per i piani superiori ed era scandito da lunghe finestrature verticali al primo e al secondo piano. Il progetto Calandra, infine, presentava una pianta giocata sull'aggancio tra un corpo rettangolare e, dopo una profonda rientranza, l'avancorpo principale caratterizzato dall'incurvatura del prospetto verso S. Andrea, con una statua della Giustizia prevista all'angolo dell'edificio. Nel 1938 l'arch. Rapisardi presentava una variante di progetto nella quale veniva semplificata la pianta irregolare della prima redazione per passare ad un unico blocco rettangolare con un cortile principale e due cortiletti quadrati sul retro. Si recuperava in tal modo una perfetta simmetria compositiva, segnata dalla entrata centrale preceduta dalla scalinata, e si caricava il progetto in senso ancor pi monumentale. In questo senso va interpretata anche la previsione di tracciare una lunga direttrice stradale di collegamento con la piazza Cairoli e il lungarno Mediceo, aperta esattamente in asse con l'entrata stessa.

I lavori di costruzione, curati dal ministero dei Lavori Pubblici, iniziarono nel 1938 per essere interrotti nel 1941; ripresi nel 1947 con una seconda variante di progetto, furono terminati nel 1958.

(fonte: wikipedia)


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