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I BORGHI PEDEMONTANI -CATANZARO

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I BORGHI PEDEMONTANI

Nel cuore verde della Calabria ai piedi dell'altopiano della Sila si alternano paesaggi agresti a boschi in cui si trovano comuni ricchi di storia che regalano scorci di rara bellezza.

Belcastro - Andali - Sersale - Zagarise

Il nostro viaggio parte da Belcastro, feudo dei conti d'Aquino famiglia di appartenenza del famoso filosofo Tommaso. Il loro castello, secolo XIII, di cui si conservano le mura, le torri e una cappalla (dove pare sia nato il santo) domina il borgo. A fianco del castello sorge l’ex Cattedrale di San Michele che ha una facciata cinquecentesca ornata da tre portali in pietra scolpiti dai maestri roglianesi.

Altri monumenti degni di nota:

Chiesa della Pietà: custodisce una Icona Greca su Legno, di scuola Veneto-Cretese rappresentante Madonna col Bambino, opera bizantina (1000-1200), e tre sculture barocche raffiguranti l’Annunciazione con l’Arcangelo Gabriele, s. Anna e Dio onnipotente, è notevole la facciata prolungata con porta archiacuta di tufo profilato del sec. XV. La chiesa, che esisteva già nel 1603, fu ricostruita ed ampliata con un accordo tra il canonico titolare Don Scipione Vivacqua ed i fratelli della congregazione della Pietà, come risulta da documenti conservati presso l'archivio arcivescovile di Santa Severina.

Chiesa di San Rocco: costruita nel 1645, dal duca di Belcastro Francesco Sersale come cappella di famiglia: il portale, in pietra rettangolare con colonne, é opera di scalpellini locali del sec. XVII. Ha subito nel tempo molte trasformazioni, una delle ultime nel 1948 con il rifacimento dell'intonaco della facciata principale; è stata restaurata di recente. L'impianto è formato da una struttura semplice in miniatura.

Palazzo Poerio: così detto dal nome degli ultimi feudatari, ma costruito dalla famiglia dei duchi Sersale, è chiamato volgarmente anche palazzo Cirillo. Fu edificato dal duca Francesco Sersale nel 1645, in seguito al terremoto di quell’anno che distrusse gran parte del paese ed il castello, provocando 61 vittime. L’edificio mostra all'esterno un portone arcuato incluso nella decorazione architravata fiancheggiato da colonne, finestre rettangolari profilate in pietra e cornicione ornato di dentellature, con facciata laterale in tufo coricata da balcone rinascimentale, probabilmente proveniente dai ruderi del castello; nell'interno cortile e scale arcate in pietra.

Ruderi dell'arco maggiore della chiesa omonima (1610): visibili in contrada SS. Annunziata, sono in tufo profilato e decorato, è visibile anche l'abside con fastigio architettonico pure in tufo. L’altare della chiesa, opera di maestri scalpellini roglianesi, è considerato monumentale per il suo particolare stile architettonico. Alla chiesa si affianca una torre campanaria romanica. Un tempo vi era annesso anche un ospizio per i viandanti.

Ruderi: vi sono, inoltre, i ruderi della Chiesa di S. Maria della sanità (o Ospitaletto), e di molte altre di cui si trova notizia in vari documenti storici, come della chiesa del Carmine: "Breve del pontefice Innocenzo X con cui viene concessa l'indulgenza plenaria ai visitatori della Cappella della chiesa di s. Maria del Carmine di Belcastro". Data in Roma presso S. Maria Maggiore e datata 15 giugno 1653 (G. Gualtieri, 128).
Pochissimi ma visibili ruderi di quello che una volta era il palazzo Vescovile ed il Seminario.

Nei pressi sorge il borgo di Andali che rievoca le tradizioni albanesi e di cui sono degne di nota:

Chiesa madre : dedicata ai santi Pietro e Paolo, è sorta probabilmente nel secolo XVI e  possiede alcuni oggetti sacri di fine fattura e in argento massiccio: una croce astile, un secchiello e un vasetto per la purificazione, oggetti che portano incise le date, il secchiello ed il vasetto del 1743 e la croce del 1688. Nella sacrestia della chiesa si conserva un pregevole reliquiario con una reliquia della Croce autenticata e sigillata il 27 maggio 1709 dal cardinale Pallavicino su instanza del mons. Fortunato Durante, vescovo di Squillace, e da questi inviata in dono alla chiesa del suo paese.

Chiesetta di Santa Maria della Misericordia: fino al 1920 fu aperta al culto. Si trova a fianco della strada mulattiera che conduceva e conduce tuttora da Taverna in Sila.  A ridosso del muro perimetrale destro della chiesetta di Santa Maria della Misericordia, i Padri Agostiniani della Congregazione di Zumpano fecero conoscere in Albi la dolce figura di San Nicola di Tolentino, costruirono un loro convento nel 1570; era l'Università, cioè la Pubblica Amministrazione di Albi, che provvedeva al vitto ed al vestito dei frati. Soppresso il convento nel 1653, la chiesetta continuò a funzionare; fu chiusa al culto, come si è detto, soltanto nel 1920. Dalla chiesa di Santa Maria della Misericordia proviene una Madonna col Bambino che si trova ora nella chiesa parrocchiale; sulla base si legge Sancta Maria Populi.

Chiesetta di Santa Maria delle Grazie: detta dell'Oliveto, è posta su un'altura che domina il paese.

Abbazia di Pesaca: i ruderi si incontrano, a pochi chilometri da Albi, salendo verso la Sila. Sorta intorno al secolo XII, era un cenobio di monaci basiliani; una chiesa ricca e frequentata affiancava l'Abbazia: ora è tutto avvolto da silenzio e da oblio.

Sersale prende il nome dalla famiglia che nel XVII secolo diede in concessione le terre ai boscaioli. in questo borgo, sono da vedere:

Villa I sec. a. C:-VI secolo d.C.: in località Borda una villa e una fornace, compresa in un arco cronologico che va dal I secolo a.C. al VI secolo d.C., e che in effetti testimonia quella tranquillità che ha segnato i secoli di età romana anche in questo territorio.

Chiesa del Monte delle Crozze: Eretta nel 1935, anno in cui Sersale subì un forte terremoto e un’alluvione, è situata nel punto più panoramico del paese.

Chiesa matrice: Si trova al centro del paese ed è intitolata a San Tommaso d’Aquino. La facciata è del 1834. E’ in stile neoclassico, con un timpano appoggiato su colonne con capitelli ionici. In un antico portale è incastonato un portone bronzeo creato dall’artista Carnevale. Sul portone sono raffigurati San Tommaso (a sinistra), la Madonna col Bambino ( a destra) e altre figure sacre. L’interno della chiesa è costituito da un impianto a croce latina ed è scandito da tre navate divise da archi che poggiano su pilastri quadrati.

Nei dintorni si trovano le  Valli Cupe con l'impressionante canyon Timpe Rosse, unico esempio in Italia di gola scavata nell'arenaria; da non perdere neanche le vicine cascate tra cui la più celebre quella del Campanaro, alta 22 m. e sita in un paradisiaco scenario naturale.

Zagariseè l'ultimo dei comuni pedemontani da citare. qui da vedere:

Chiesa del Rosario: In passato veniva denominata chiesa di san Domenico. le sue origini risalgono al 1400. I primi proprietari furono i Padri Domenicani. La chiesa anticamente era tutta affrescata ma le imbiancature in calce hanno cancellato ogni cosa.

Chiesa di Santa Maria Assunta: risale al 1425, ma potrebbe risalire anche ad epoca più remota. Attualmente il tempio presenta una bella facciata, con portale romanico, composto da una serie di archetti, poggianti su delle semplici colonnine con capitelli lavorati a foglie di palma e rosette. L'altare maggiore è un'opera del XVIII secolo lavorato con marmo ad intarsi colorati.

Castello Normanno: Databile tra il XIII ed il XIV secolo, costituisce memoria del periodo Normanno di Roberto il Guiscardo. Di recente entrato a far parte del “Circuito Regionale dei Castelli Calabresi” la massiccia torre cilindrica rappresenta la logica conseguenza di quelle famose fortificazioni che i Normanni, popolo invasore venuto dalla Normandia, con a capo Roberto il Guiscardo, costruirono su tutto il territorio Calabrese. La torre, molto probabilmente, dovette rappresentare una vedetta, un posto avanzato di qualche ben più importante castello, forse quello di Barbaro.

Nel territorio comunale sorge il primo Parco Avventura  del Sud Italia, Orme nel Parco.

Fonte:sito regionale turismo


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